
Il metodo 22·26: il progetto di Lione che vive senza caldaie né condizionatori
Il metodo 22·26 bioedilizia nasce per rivoluzionare l’efficienza degli edifici: con pareti massicce, sensori intelligenti e ventilazione naturale mantiene costanti 22–26 °C tutto l’anno, senza caldaie o condizionatori. Nato in Austria nel 2013 e oggi diffuso in diversi paesi europei, il sistema riduce fino al 68 % i consumi energetici e taglia la manutenzione. In questa news analizziamo il principio tecnico, il cantiere “Essentiel 22‑26” di Lione, i costi e i benefici ambientali, fino ai progetti allo studio in Italia.
Sfrutta inerzia e ventilazione smart: 22–26 °C senza impianti, bollette HVAC (“riscaldamento e raffreddamento dell’edificio”) a 0€.
“Essentiel 22-26” a Lione: dati, costi e tempistiche
23 appartamenti consegna 2025–26, costo simile a un condominio standard.
Il progetto “Essentiel 22‑26” è stato avviato nel 2023 da Nexity e Baumschlager Eberle nel quartiere Confluence a Lione. Nonostante alcune fonti parlassero di inaugurazione avvenuta, il cantiere è tuttora in corso e la consegna è prevista per fine 2025. Si tratta del primo edificio residenziale in Francia progettato senza riscaldamento né condizionatore, applicando il metodo 22·26 bioedilizia. Il costo è allineato agli standard locali grazie al supporto del modello BRS (bail réel solidaire), che permette vendite calmierate. Il palazzo consiste in:
- 6 piani, 23 appartamenti in classe A+
- Struttura in muratura piena e tripli vetri Uw 0,7
- Nessun impianto meccanico: solo riserva d’obbligo
- Consumo stimato: 26–30 kWh/m² anno
- Bolletta HVAC “Heating, Ventilation, and Air Conditioning” a 0 €, risparmio annuo 600–800 € a famiglia
Cronologia lavori 2023–26
L’appalto è stato avviato a novembre 2023, con fondazioni completate nel 2024. Le murature portanti sono state innalzate e si concluderanno entro fine estate 2025; le finiture e il collaudo sono previsti entro marzo 2026, con possibile anticipo. Le unità saranno vendute a circa 3 400 €/m².
Cosa significa HVAC?
HVAC è l’acronimo inglese di “Heating, Ventilation and Air Conditioning”, cioè riscaldamento, ventilazione e condizionamento. Nei metodi tradizionali rappresenta una voce rilevante in termini di consumo e manutenzione; il metodo 22·26 ne elimina del tutto la necessità grazie alla regolazione naturale del clima interno.
Confronto CAPEX e OPEX con edificio tradizionale
L’extra-costo strutturale legato a pareti spesse e infissi avanzati è stato valutato in +7 %, ma interamente compensato dai risparmi su impianti e consumi. Nessuna caldaia, pompa di calore o VMC significa zero costi di manutenzione HVAC: un edificio comparabile consuma circa 75 kWh/m²a e ha costi annui tripli per climatizzazione.
Diffusione in Europa, primi passi in Italia e benefici ambientali
Metodo adottato in AT, CH, DE, UK; in Italia allo studio a Bolzano e Trento.
A partire dal primo prototipo 22·26 costruito a Lustenau (Austria) nel 2013, la diffusione del modello si è allargata rapidamente in Europa: oggi sono oltre 40 i progetti completati o in cantiere in Germania, Svizzera, Regno Unito, Belgio, Olanda e Francia. Il sistema si adatta bene a climi temperati e freddi, ma test operativi sono in corso anche in Spagna. In Italia non ci sono ancora edifici 22·26 attivi, ma diversi studi di fattibilità e piani di finanziamento sono in corso.
- Lustenau e St. Gallen: uffici attivi da oltre 10 anni
- UK, Spagna, Belgio: progetti in esecuzione 2024–2027
- Bolzano: scuola materna pubblica 22·26 in gara lavori 2026
- Ferrara: Hera valuta sede operativa su modello passivo
- Benefici: comfort termico, zero HVAC, –49 % costi ciclo vita
Case-study Lustenau: dati invernali/estivi reali
Il primo edificio 22·26 è attivo dal 2013 a Lustenau (Austria) e ospita quattro piani di uffici. Nessun impianto di riscaldamento o condizionamento è stato installato: la temperatura interna si mantiene naturalmente tra 22 e 26 °C durante tutto l’anno. I consumi misurati sono inferiori a 30 kWh/m²a, senza interventi correttivi. Dopo oltre 10 anni di uso continuativo, il comfort è paragonabile a un sistema radiante ma con zero manutenzione.
Ostacoli normativi italiani e incentivi possibili
In Italia, le norme edilizie e i regolamenti regionali spesso ostacolano l’adozione del metodo 22·26, perché non prevedono standard basati sull’inerzia termica. Le pareti spesse vengono talvolta penalizzate dai calcoli catastali. Tuttavia, esistono incentivi concreti: i fondi PNRR, REPowerEU e alcune linee FESR coprono fino al 90 % dei costi extra per chi dimostra le prestazioni con simulazioni dinamiche. Alcune Regioni (come Trentino e Veneto) stanno già valutando linee guida dedicate.
Un edificio 22·26 consuma 5 volte meno di uno in Classe C
Il confronto tra Classi energetiche mostra chiaramente il salto prestazionale: un edificio tradizionale in Classe C consuma oltre 150 kWh/m² l’anno, mentre un edificio progettato secondo il metodo 22·26 ne richiede appena 28. Non si tratta solo di bollette più leggere, ma di un cambio radicale nella gestione del comfort e nella sostenibilità del costruito. E senza impianti, la manutenzione praticamente scompare.
Conclusione
Il metodo 22·26 bioedilizia non è più un’ipotesi sperimentale, ma una realtà testata su oltre 10 anni di esercizio. Il progetto di Lione dimostra che si può costruire senza caldaie né condizionatori, mantenendo il comfort e tagliando consumi e manutenzioni. Con costi extra limitati (+7 %), un recupero sotto i 10 anni e un’esperienza indoor naturale e stabile, è una soluzione ideale per scuole, archivi, uffici e residenziale sociale. In Italia i primi progetti sono pronti: serve solo il via libera normativo.
FAQ su metodo 22·26 bioedilizia
Sì, ma va adattato al clima mediterraneo: a Bolzano e Trento sono in corso progetti pilota su scuole e uffici. Servono ombreggiamenti estivi e buona ventilazione notturna.
Sì. I progetti 22·26 eliminano del tutto riscaldamento e condizionamento. È previsto solo un sistema di sicurezza di backup in zone con inverni rigidi estremi.
Studi a Lione e Lustenau mostrano un risparmio HVAC tra 600 e 1 000 €/anno per famiglia, con costi di manutenzione praticamente nulli.
Sì, e anzi lo completa. L’energia consumata dal sistema (12–15 kWh/anno) è minima: un piccolo impianto FV copre anche l’illuminazione e altri carichi domestici.
È complesso: richiede pareti spesse e layout liberi. Ma esistono varianti ibride applicabili alle ristrutturazioni profonde, soprattutto su uffici e spazi pubblici.
Efficienza Energetica, Risparmio energetico