Costi Fissi Bolletta Luce prima Casa

Costi Fissi Bolletta Luce 2025: Guida Completa ARERA

I costi fissi della bolletta luce pesano il 35-40% della spesa totale e includono trasporto, oneri di sistema e quota potenza. Scopri come ridurli scegliendo la potenza ottimale e il fornitore giusto.

Se hai appena ricevuto la bolletta della luce e ti stai chiedendo perché paghi anche quando consumi poco, la risposta sta nei costi fissi. Sono quelle voci che non dipendono da quanti kWh usi: li paghi comunque, anche se ti assenti per un mese intero. Parliamo di trasporto dell’energia, gestione del contatore, oneri di sistema e quota potenza.

Dal 2025, con il nuovo formato “scontrino dell’energia” introdotto da ARERA, queste voci sono finalmente più chiare e trasparenti. In questa guida scoprirai cosa compongono i costi fissi, quanto pesano realmente sulla bolletta (spoiler: tra il 35% e il 40% della spesa totale) e soprattutto quali strategie concrete puoi adottare per ridurli. Se vuoi abbassare la bolletta, devi partire da qui.

Cosa sono i costi fissi della Bolletta luce ?

I costi fissi della bolletta luce sono le spese indipendenti dal consumo effettivo di energia. Includono trasporto e distribuzione, oneri generali di sistema, quota fissa del fornitore e quota potenza contrattuale. Li paghi sempre, anche con consumo zero.

Quando apri la bolletta della luce, la cifra finale è composta da due macro-categorie: la spesa per l’energia consumata (variabile, legata ai tuoi kWh) e i costi fissi, che invece rimangono costanti indipendentemente dall’utilizzo. Questi ultimi rappresentano la quota obbligatoria per mantenere attivo il servizio elettrico, coprendo infrastrutture, reti di distribuzione e oneri stabiliti per legge.

Molte famiglie sottovalutano l’impatto dei costi fissi, concentrandosi solo sui consumi. In realtà, per una famiglia tipo con consumo medio-basso (2.000-2.500 kWh/anno), i costi fissi possono pesare fino al 40% della bolletta annua. Comprendere come sono strutturati è il primo passo per ottimizzare la spesa energetica complessiva.

  • Spesa per il trasporto e la gestione del contatore: copre i costi di distribuzione dell’energia attraverso le reti locali e la manutenzione del contatore installato nella tua abitazione.
  • Oneri generali di sistema (ASOS): sono contributi obbligatori stabiliti da ARERA per finanziare incentivi alle rinnovabili, bonus sociali, dismissione nucleare e altre voci di interesse collettivo.
  • Quota fissa del fornitore: è il corrispettivo che il fornitore addebita per la commercializzazione del servizio, indipendentemente dai kWh forniti. Può variare tra mercato libero e tutelato.
  • Quota potenza: legata alla potenza contrattuale impegnata (tipicamente 3 kW per uso domestico residenziale). Maggiore è la potenza, più alta sarà questa componente fissa.

Componenti Principali dei Costi Fissi

La voce più consistente è la spesa per il trasporto e la distribuzione, che vale circa 20-25 €/mese per un’utenza domestica standard. Questa quota remunera i gestori delle reti elettriche locali (come e-distribuzione, Areti, Unareti) che si occupano di portare fisicamente l’energia fino al tuo contatore.

Subito dopo troviamo gli oneri generali di sistema, che pesano circa 8-12 €/mese. Sono stabiliti per legge da ARERA e non sono negoziabili: finanziano le fonti rinnovabili, agevolazioni per famiglie in difficoltà economica, smantellamento delle vecchie centrali nucleari e ricerca nel settore energetico. Infine c’è la quota potenza, che per un contratto 3 kW domestico vale circa 5-6 €/mese.

Differenza tra Costi Fissi e Variabili

La distinzione fondamentale è semplice: i costi variabili crescono proporzionalmente ai tuoi consumi (più kWh usi, più paghi), mentre i costi fissi rimangono invariati indipendentemente dall’utilizzo effettivo dell’energia elettrica.

In pratica, se quest’estate vai in vacanza per un mese lasciando staccata ogni presa di casa, azzererai completamente la quota variabile legata ai consumi, ma continuerai a pagare trasporto, oneri di sistema e quota potenza. Questo spiega perché le bollette molto basse (sotto i 20-25 €) sono quasi interamente composte da costi fissi. Per chi consuma poco (single, seconde case poco abitate), la percentuale dei fissi può superare il 50% della spesa totale.

Quanto pesano i costi fissi sulla bolletta ?

I costi fissi rappresentano mediamente il 35-40% della spesa totale in bolletta per una famiglia tipo. Per consumi bassi (sotto 2.000 kWh/anno) l’incidenza può superare il 45%, rendendo meno conveniente ridurre solo i consumi.

Per capire quanto incidono realmente i costi fissi, prendiamo come riferimento i dati ufficiali ARERA. Secondo l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, per una famiglia tipo con consumo annuo di 2.700 kWh e potenza impegnata di 3 kW, i costi fissi ammontano a circa 310-330 euro all’anno, pari al 36-38% della spesa totale annua stimata in circa 850-900 euro (fonte: Condizioni economiche servizio elettrico ARERA).

Questo significa che anche se riducessi drasticamente i consumi, oltre un terzo della bolletta rimarrebbe invariato. Per chi ha consumi molto bassi, come seconde case o appartamenti occupati saltuariamente, la percentuale dei fissi può facilmente raggiungere il 45-50% della spesa complessiva.

  • Famiglia tipo (2.700 kWh/anno, 3 kW): costi fissi circa 310-330 €/anno, pari al 36-38% della bolletta totale. La quota variabile copre il 62-64% restante.
  • Consumo basso (1.500-2.000 kWh/anno): i costi fissi pesano fino al 42-45% perché la componente variabile si riduce proporzionalmente, mentre quella fissa resta costante.
  • Consumo alto (oltre 4.000 kWh/anno): l’incidenza dei fissi scende al 25-30%, diluita su una base di consumo più ampia. In questi casi ottimizzare il prezzo dell’energia (€/kWh) diventa prioritario.
  • Seconda casa non abitata: con consumi minimi (500-800 kWh/anno), i costi fissi possono rappresentare oltre il 50% della spesa, rendendo antieconomico mantenere un contratto attivo standard.
  • Mercato libero vs tutelato: nel mercato tutelato i costi fissi sono regolati da ARERA, mentre nel libero possono variare leggermente tra fornitori. Differenze tipiche: 5-15 €/anno sulla quota fissa commercializzazione.

Percentuale su Bolletta Media Famiglia

Se confronti due bollette mensili — una estiva da 150 kWh e una invernale da 300 kWh — noterai che la differenza nella cifra finale è minore di quanto ti aspetti. Il motivo? I circa 26-28 euro mensili di costi fissi restano identici in entrambe, mentre cambia solo la quota variabile legata ai kWh consumati.

Se confronti due bollette mensili — una estiva da 150 kWh e una invernale da 300 kWh — noterai che la differenza è minore del previsto. I circa 26-28 euro mensili di costi fissi restano identici, cambia solo la quota variabile.

Confronto Mercato Libero vs Tutelato

Una domanda frequente: i costi fissi cambiano tra mercato tutelato e mercato libero? La risposta è: solo in parte. Le voci regolate da ARERA (trasporto, distribuzione, oneri di sistema, quota potenza) sono identiche in entrambi i mercati, perché stabilite per legge e non negoziabili.

L’unica componente che può variare è la quota fissa di commercializzazione del fornitore. Nel mercato tutelato questa voce è fissata da ARERA intorno a 8-10 €/anno, mentre nel mercato libero può oscillare tra 0 e 30 €/anno a seconda dell’offerta. Alcuni fornitori azzerano la quota fissa per attrarre clienti, compensando con un prezzo energia leggermente più alto. Prima di scegliere, calcola sempre il costo complessivo annuo considerando sia i fissi che il prezzo al kWh.

Anatomia dettagliata dei costi fissi

Trasporto e distribuzione costano circa 180-200 €/anno, oneri di sistema 90-100 €/anno, quota potenza 60-70 €/anno. Ogni voce finanzia attività diverse: reti locali, incentivi rinnovabili, gestione contatore e servizi energetici nazionali.

Ora entriamo nel dettaglio. Quando guardi la bolletta, vedi tre macro-categorie che formano la quota indipendente dai consumi. La spesa per trasporto e distribuzione remunera chi porta fisicamente l’elettricità dal punto di produzione fino a casa tua: parliamo delle reti locali gestite da e-distribuzione, Areti, Unareti e altri distributori territoriali.

Poi ci sono gli oneri generali, una voce che molti trovano incomprensibile. In pratica finanziano tutto ciò che serve al sistema elettrico nazionale: dagli incentivi per il fotovoltaico domestico ai bonus per le famiglie in difficoltà, dallo smantellamento delle vecchie centrali nucleari alla ricerca su nuove tecnologie. Infine c’è la quota legata alla potenza del tuo contatore, che dipende dai kW impegnati nel contratto.

  • Trasporto e gestione contatore: 180-200 €/anno. Copre manutenzione delle reti elettriche, lettura e sostituzione dei contatori, interventi su guasti e black-out. Non cambia tra fornitori.
  • Oneri generali di sistema (ASOS): 90-100 €/anno. Includono incentivi a rinnovabili e cogenerazione, bonus sociale elettrico, dismissione nucleare, agevolazioni per le isole minori. Stabiliti per legge da ARERA.
  • Quota fissa fornitore: 0-30 €/anno nel mercato libero, circa 8-10 €/anno nel tutelato. È l’unica componente negoziabile e varia tra le offerte commerciali.
  • Quota potenza: circa 20-22 €/anno per ogni kW impegnato. Un contratto standard 3 kW costa 60-66 €/anno, uno da 4,5 kW circa 90-99 €/anno, un 6 kW supera i 120 €/anno.

Spesa Trasporto e Distribuzione Energia

Questa è la voce più pesante. Costa circa 15-17 euro al mese e non dipende da chi scegli come fornitore: paghi sempre lo stesso importo perché è regolato da ARERA e incassato dal distributore locale, non dalla compagnia con cui hai firmato il contratto.

Include due componenti: una parte fissa (circa 5-6 €/mese) legata alla disponibilità della rete, e una parte proporzionale alla potenza impegnata. Se hai 3 kW paghi meno di chi ha 6 kW, anche a parità di consumi. Perché? Perché un contatore più potente richiede infrastrutture dimensionate per gestire carichi maggiori. Sul sito ARERA trovi le tariffe aggiornate ogni trimestre alla voce “distribuzione e trasmissione”.

Oneri Generali di Sistema (ASOS)

Acronimo ASOS, sigla che sta per Oneri generali Afferenti al Sistema elettrico. Costano circa 7-8 euro al mese e finanziano una lista lunga di voci: dal Conto Energia per il fotovoltaico ai contributi per lo smantellamento delle centrali nucleari dismesse negli anni ’80, dai bonus automatici in bolletta per le famiglie a basso reddito agli incentivi per la produzione da fonti rinnovabili nelle isole minori non collegate alla rete nazionale.

Non puoi evitarli: sono obbligatori per legge e identici per tutti. Cambiano ogni tre mesi in base alle delibere ARERA. Se vuoi sapere esattamente dove vanno i tuoi soldi, sul sito dell’Autorità c’è una sezione dedicata che spiega voce per voce come vengono utilizzati questi contributi.

Come leggere i costi fissi nel nuovo Scontrino Energia ?

Dal luglio 2025 la bolletta luce ha un nuovo formato chiamato “scontrino dell’energia”. Le voci fisse sono raggruppate in sezioni chiare: quota potenza, trasporto e oneri sistema. Confrontare le offerte è diventato più semplice.

A luglio 2025 ARERA ha rivoluzionato il formato della bolletta con la delibera 315/2024. Addio al vecchio documento di 4-5 pagine fitte di sigle incomprensibili: ora hai uno “scontrino” di una facciata che mostra subito quanto spendi, quanto consumi e dove vanno i tuoi soldi.

Per le quote indipendenti dal consumo c’è una sezione dedicata che le raggruppa tutte insieme, con i costi espressi sia in euro/mese che in euro/anno. Finalmente puoi capire a colpo d’occhio quanto pesi davvero quella voce sulla spesa annua. Se vuoi approfondire tutti i dettagli del nuovo formato, abbiamo preparato una guida completa allo scontrino dell’energia con esempi pratici di lettura.

  • Sezione “Spesa fissa”: raggruppa trasporto, gestione contatore e quota potenza. Vedi subito l’importo annuale senza fare calcoli. Esempio: “Spesa fissa: 246 €/anno (20,50 €/mese)”.
  • Box “Oneri di sistema”: separato dalle altre voci, mostra quanto contribuisci ai servizi nazionali. Tipicamente 90-100 €/anno per uso domestico residenziale.
  • Confronto immediato tra offerte: il nuovo formato ti permette di mettere due bollette affiancate e capire quale fornitore ha la quota fissa più bassa, senza perderti tra sigle come PCV, PPE, DISPBT.
  • Grafico torta consumi/fissi: visualizzazione del peso percentuale. Se vedi che i fissi superano il 40%, probabilmente consumi poco e potresti valutare una potenza inferiore.

Sezione Quota Fissa e Quota Potenza

Nello scontrino trovi un riquadro intitolato “Spesa per la fornitura”. Lì dentro ci sono due righe distinte: quota fissa del fornitore (quella commerciale, negoziabile) e quota potenza (quella legata ai kW del contatore).

Ti fanno un esempio numerico diretto: “Quota fissa fornitore: 10 €/anno” e sotto “Quota potenza 3 kW: 66 €/anno”. Sommale e hai il costo annuo della parte commerciale del contratto. Se cambi fornitore, la prima voce può variare (alcuni la azzerano), la seconda resta identica perché regolata da ARERA. Occhio: alcuni fornitori mettono zero sulla quota fissa ma compensano con un prezzo energia più alto. Guarda sempre il totale annuo stimato.

Box Offerta e Confronto Trasparente

La novità più utile è il riquadro “La tua offerta in sintesi” in alto a destra. Indica nome offerta, tipo contratto (fisso/variabile/indicizzato), prezzo energia in €/kWh e durata vincolo. Sotto c’è la stima della spesa annua totale basata sul consumo tipo 2.700 kWh.

Quando confronti più offerte, guarda questo numero: è la spesa finale che conta, non il singolo prezzo al kWh. Un’offerta con 0,10 €/kWh ma 30 € di quota fissa può costare più di una a 0,11 €/kWh senza fissi. Il nuovo scontrino ti evita di fare questi calcoli a mano: la cifra finale è già lì, chiara. Per comparare tutte le offerte disponibili sul mercato, usa il nostro comparatore luce aggiornato in tempo reale.

Come ridurre l’impatto dei costi fissi

Ridurre la potenza contrattuale da 4,5 a 3 kW fa risparmiare circa 30 €/anno. Cambiare fornitore può azzerare la quota fissa commerciale. Spostare la residenza in prima casa abbassa accise e oneri di circa 40-50 €/anno.

Partiamo da un presupposto: trasporto e oneri sistema non li tocchi, sono decisi da ARERA e identici per tutti. Ma questo non significa che sei impotente. Hai tre leve concrete su cui agire: ottimizzare la potenza del contatore, scegliere il fornitore con la quota fissa più bassa e valutare il cambio di residenza se hai una seconda casa.

La potenza è la più sottovalutata. Molti hanno ancora contratti da 4,5 o 6 kW ereditati da vecchie forniture, quando in realtà basterebbero 3 kW. Ogni kW in più costa circa 22 €/anno: se passi da 4,5 a 3 kW risparmi subito 33 € senza rinunciare a nulla, a patto di non accendere troppi elettrodomestici insieme. Vediamo nel dettaglio come muoverti.

  • Abbassa la potenza contrattuale: da 4,5 a 3 kW risparmi 33 €/anno, da 6 a 3 kW addirittura 66 €/anno. Richiesta gratuita online sul sito del distributore, attivazione in 7-10 giorni lavorativi.
  • Cerca offerte a quota fissa zero: nel mercato libero alcuni fornitori azzerano la quota commerciale per attrarre clienti. Verifica però che il prezzo energia non sia gonfiato per compensare.
  • Valuta il cambio residenza per seconde case: spostare la residenza anagrafica su una seconda casa abitata stabilmente abbassa le accise da 0,0227 a 0,0158 €/kWh sui primi 150 kWh/mese. Su 2.000 kWh/anno risparmi circa 45 €.
  • Controlla il contatore monofase/trifase: se hai un trifase ma usi solo carichi monofase, valuta il passaggio. Il trifase ha costi leggermente più alti per la gestione tecnica.
  • Evita gli aumenti di potenza non necessari: prima di passare a 4,5 o 6 kW, verifica se il problema è la simultaneità dei carichi. Gestisci meglio gli orari di utilizzo invece di pagare di più per sempre.

Scegliere la Potenza Contrattuale Ottimale

Ecco la domanda giusta: quanti elettrodomestici accendi davvero contemporaneamente? Un contratto 3 kW regge benissimo lavatrice (2 kW) + frigorifero (0,15 kW) + TV (0,1 kW) + qualche luce. Salta il contatore solo se aggiungi forno (2,5 kW) o condizionatore (1,5 kW) mentre la lavatrice gira.

Soluzione semplice: programma la lavatrice di notte o quando sai che non cucini. Se vivi da solo o in coppia senza pompa di calore, 3 kW bastano. Famiglie numerose con piano cottura elettrico o auto elettrica in ricarica domestica hanno senso su 4,5-6 kW. Per tutti gli altri, abbassare conviene. Vai sul sito del tuo distributore (es. e-distribuzione.it), area clienti, richiedi riduzione potenza. Zero costi, attivazione rapida.

Quando Conviene Cambiare Fornitore

Cambiare fornitore ha senso se trovi un’offerta con quota fissa più bassa E prezzo energia competitivo. Non farti abbagliare da “quota fissa zero” se poi ti propongono 0,15 €/kWh quando sul mercato trovi 0,11 €/kWh con 10 € di fissi. Fai il calcolo su base annua.

Esempio pratico: consumi 2.500 kWh/anno. Offerta A: 0,10 €/kWh + 30 € fissi = 280 € totali. Offerta B: 0,11 €/kWh + 0 € fissi = 275 € totali. Vince B. Il Portale Offerte ARERA ti aiuta a confrontare tutte le proposte disponibili inserendo il tuo consumo reale. Oppure usa il nostro comparatore luce che include anche dati sul servizio clienti e recensioni utenti.

Per calcolare con precisione quanto pesano le quote indipendenti dal consumo sulla tua bolletta attuale, usa il nostro calcolatore interattivo:

Calcolatore Costi Fissi Bolletta Luce

Calcola i tuoi costi fissi

Scopri quanto paghi ogni anno per trasporto, oneri e quota potenza

Il tool stima l’impatto annuale delle voci fisse in base alla tua potenza contrattuale e al tipo di utilizzo (residenziale/non residenziale). Una volta identificato il peso, puoi confrontare le offerte luce per trovare il fornitore con le migliori condizioni sulla quota variabile e ridurre così la spesa complessiva.

Differenze costi fissi prima casa vs seconda casa

Le abitazioni non di residenza pagano accise maggiorate sugli oneri di sistema: circa 40-50 €/anno in più rispetto alla prima casa. Trasporto e quota potenza restano identici. Cambiare residenza conviene se abiti stabilmente nella seconda casa.

Se hai una seconda casa, le quote indipendenti dal consumo sono leggermente più alte. Non cambia la parte legata al trasporto o alla potenza, ma gli oneri di sistema applicano un’aliquota maggiorata per le utenze non residenziali. ARERA distingue infatti tra abitazione di residenza anagrafica e altre abitazioni.

In pratica, sulla seconda casa paghi circa 40-50 euro in più all’anno solo per questa differenza. Se ci abiti stabilmente ma non hai ancora spostato la residenza, valuta il cambio: il risparmio è immediato. Per un’analisi completa delle differenze economiche e fiscali tra prima e seconda casa, consulta la nostra guida dedicata ai costi fissi della seconda casa.

  • Accise ridotte per prima casa: 0,0158 €/kWh sui primi 150 kWh/mese invece di 0,0227 €/kWh. Su 2.000 kWh/anno il risparmio è circa 45 euro.
  • Oneri sistema differenziati: la componente ASOS costa circa 10-12% in più per abitazioni non residenziali. Sommando tutto, la seconda casa paga 40-50 €/anno extra.
  • Cambio residenza: quando conviene: se abiti stabilmente nella seconda casa almeno 6-8 mesi l’anno, sposta la residenza anagrafica. Il risparmio compensa eventuali complicazioni burocratiche.

Agevolazioni Prima Abitazione e Calcolo Convenienza

Le agevolazioni sulla prima casa non riguardano solo l’IMU. Anche sulla bolletta luce hai aliquote accise ridotte sui primi 1.800 kWh annui, che si traducono in uno sconto di circa 3-4 euro al mese rispetto a una seconda casa con gli stessi consumi.

Fai questo calcolo: se risparmi 45 €/anno sulla bolletta elettrica, più eventuali vantaggi su gas e IMU, cambiare residenza può farti recuperare diverse centinaia di euro annui. Unico requisito: devi abitare effettivamente in quella casa per la maggior parte dell’anno. I controlli comunali verificano la coerenza tra residenza dichiarata e domicilio reale.

Evoluzione storica e prospettive future

Dal 2014 con la Bolletta 2.0 fino allo scontrino energia del 2025, ARERA ha progressivamente reso più trasparenti le voci fisse. Il trend futuro punta su maggiore digitalizzazione e riduzione oneri sistema grazie al PNRR.

Le quote indipendenti dal consumo non sono sempre state così chiare. Prima del 2014 la bolletta elettrica era un documento incomprensibile fatto di sigle astruse tipo A2, A3, UC3, UC6. La riforma Bolletta 2.0 del 2014 ha iniziato a razionalizzare le voci, distinguendo finalmente tra spesa per l’energia, trasporto e oneri.

Poi nel 2016 è arrivata la Bolletta 2.0 rafforzata, con la sintesi dei costi in prima pagina. Ma la vera svolta è il 2025, con lo scontrino dell’energia che mostra tutto su una facciata A4: finalmente vedi quanto pesi ogni voce fissa, senza bisogno di una laurea in ingegneria energetica per capire dove vanno i tuoi soldi.

  • 2014: Bolletta 2.0 — Prime semplificazioni, distinzione tra energia, trasporto e oneri. Sintesi iniziale in prima pagina ma ancora troppi dettagli tecnici nelle pagine successive.
  • 2018: Riforma oneri sistema — Unificazione degli oneri generali nella componente ASOS unica. Prima erano frammentati in decine di sigle diverse (A2, A3, A4, A5, As, Ae, ecc.).
  • 2025: Scontrino energia — Delibera 315/2024 ARERA, formato a una facciata con sezioni chiare. Quote fisse raggruppate, confronto offerte facilitato, grafico consumi/fissi immediato.
  • 2026-2030: Trend previsti — Digitalizzazione completa bollette, integrazione con app fornitori, possibile riduzione progressiva oneri sistema grazie a fondi PNRR per infrastrutture energetiche.

Dalla Bolletta 2.0 allo Scontrino: Timeline delle Riforme

In dieci anni siamo passati da documenti da 5 pagine incomprensibili a uno scontrino leggibile in 30 secondi. Il merito va ad ARERA che ha ascoltato le associazioni consumatori: troppe segnalazioni per bollette impossibili da decifrare, famiglie che pagavano senza capire perché.

Il futuro? Bollette sempre più smart, integrate con app che ti avvisano quando superi soglie di spesa, confronti automatici con altre offerte, gestione cambio fornitore in un click. Sul fronte delle quote fisse, difficile prevedere riduzioni significative: le infrastrutture costano, e qualcuno deve mantenerle. L’unica speranza è che i fondi PNRR per la rete elettrica riducano gradualmente la necessità di certi oneri sistema.

Conclusione

Ora sai che una fetta importante della bolletta luce — tra il 35% e il 40% — dipende da voci che paghi comunque, anche se azzeri i consumi. Trasporto, oneri sistema e quota potenza sono inevitabili, ma puoi agire su due fronti: ridurre la potenza contrattuale se sovradimensionata e confrontare le offerte guardando il costo totale annuo, non solo il prezzo al kWh. Il nuovo scontrino energia ti facilita il lavoro. Usalo per prendere decisioni informate e smetti di pagare più del necessario.

Domande Frequenti sui Costi Fissi della Bolletta Luce

Posso azzerare i costi fissi della bolletta luce?

No, le quote indipendenti dal consumo sono obbligatorie per chiunque abbia un contratto attivo. Puoi solo ridurle abbassando la potenza contrattuale o scegliendo fornitori con quota fissa commerciale zero, ma trasporto e oneri ARERA restano invariati per tutti.

Ogni quanto cambiano le tariffe fisse stabilite da ARERA?

Le componenti regolate (trasporto, distribuzione, oneri sistema) vengono aggiornate trimestralmente da ARERA, tipicamente a gennaio, aprile, luglio e ottobre. Le variazioni seguono l’andamento dei costi delle infrastrutture e delle politiche energetiche nazionali.

Conviene passare da 4,5 kW a 3 kW se ho una pompa di calore?

Dipende dalla potenza della pompa di calore e dagli altri carichi domestici. Una pompa di calore per riscaldamento domestico assorbe tipicamente 1,5-2,5 kW a regime. Se hai un modello da 2 kW e consumi contemporaneamente poco altro (solo frigorifero e qualche luce), 3 kW possono bastare. Il rischio è che il contatore salti quando accendi forno (2,5 kW) o lavatrice (2 kW) mentre la pompa lavora. Soluzione pratica: programma gli elettrodomestici ad alto assorbimento in orari diversi dall’utilizzo della pompa di calore. Se riesci a gestire i carichi senza sovrapposizioni, risparmi 33 €/anno passando a 3 kW. Altrimenti resta su 4,5 kW per evitare disagi continui.

Come funzionano gli oneri di sistema e dove vanno i soldi?

Gli oneri generali di sistema (ASOS) sono contributi obbligatori che finanziano servizi collettivi del settore elettrico nazionale. La quota maggiore va agli incentivi per le energie rinnovabili: fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse ricevono contributi per rendere competitiva la produzione green. Poi c’è il bonus sociale elettrico, un aiuto economico automatico in bolletta per famiglie a basso reddito o con disabilità. Una parte copre lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari italiane dismesse dopo il referendum del 1987. Infine, ci sono agevolazioni per le isole minori non collegate alla rete nazionale (che producono energia con generatori diesel costosi) e fondi per ricerca e sviluppo nel settore energetico. Ogni trimestre ARERA pubblica la ripartizione dettagliata sul suo sito istituzionale.

Il mercato libero ha costi fissi più bassi del tutelato?

Solo parzialmente. Trasporto, distribuzione, oneri sistema e quota potenza sono identici in entrambi i mercati perché stabiliti da ARERA. L’unica differenza sta nella quota fissa di commercializzazione del fornitore: nel tutelato è circa 8-10 €/anno, nel libero varia da 0 a 30 €/anno.

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