Nel 2025 in Italia ci sono oltre 70.000 colonnine di ricarica pubbliche: una rete sempre più capillare, trainata dalle infrastrutture fast.
Quando si valuta l’acquisto di un’auto elettrica, una delle prime domande è semplice e diretta: quante colonnine ci sono in Italia e dove si trovano davvero?
I dati aggiornati del monitoraggio Motus-E, riferiti a settembre 2025, mostrano che la rete di ricarica pubblica ha superato la soglia dei 70.000 punti, con una crescita significativa rispetto agli anni precedenti.
Non si tratta però solo di quantità: conta sempre di più la potenza disponibile, la distribuzione tra Nord, Centro e Sud e la capacità di seguire le nuove regole europee sulle infrastrutture. In questa analisi vedremo come è cambiata la rete di ricarica, quali aree del Paese sono meglio servite, quanto pesano le colonnine fast e ultrafast e cosa significano, in pratica, questi numeri per chi oggi sta valutando il passaggio alla mobilità elettrica.
Quante colonnine ci sono in Italia nel 2025
Secondo il monitoraggio Motus-E aggiornato a settembre 2025, in Italia sono attivi oltre 70.000 punti di ricarica pubblici, con una crescita distribuita ma non uniforme sul territorio nazionale.
I dati più recenti confermano che la rete di ricarica pubblica sta attraversando una fase di espansione stabile e sempre più orientata alla qualità delle infrastrutture. Il report Motus-E rileva 70.272 punti di ricarica attivi a settembre 2025, con un incremento di quasi diecimila unità negli ultimi dodici mesi. La crescita non riguarda solo il numero: aumentano anche le installazioni ad alta potenza, fondamentali per ridurre i tempi di sosta durante i viaggi più lunghi. Rispetto al 2024, il ritmo di apertura è più regolare e in linea con la diffusione dei veicoli elettrici, che continua a essere trainata soprattutto dalle flotte e dalle grandi aree urbane. Questo dato offre un riferimento concreto per valutare lo stato della rete, che resta centrale per chi sta considerando il passaggio alla mobilità elettrica e vuole capire se il Paese è davvero pronto a sostenerla.
- Totale punti di ricarica pubblici: 70.272 (settembre 2025).
- Crescita annuale: +9.933 punti rispetto al 2024.
- Incremento Q3 2025: +2.711 nuove installazioni.
- Rapporto punti/BEV in miglioramento grazie alle nuove fast.
- Maggiore densità nelle aree urbane e lungo i principali assi di traffico.
- Differenze territoriali ancora marcate tra Nord, Centro e Sud.
Trend 2022–2025 secondo Motus-E
L’evoluzione della rete tra il 2022 e il 2025 segue un andamento costante, con una crescita complessiva superiore al 40% in tre anni. Secondo il Libro Bianco Motus-E 2025, nel 2022 i punti di ricarica pubblici erano circa 47.000: ciò significa che in meno di tre anni sono stati aggiunti oltre 23.000 nuovi punti. L’accelerazione è stata guidata inizialmente dagli investimenti degli operatori privati e, più recentemente, dall’impatto delle regole europee dell’AFIR, che dal 2025 richiedono una maggiore copertura lungo i corridoi autostradali TEN-T. La crescita è però più rapida nelle regioni del Nord, dove domanda, densità di traffico e redditività per le società che le installano risultano più favorevoli. Questo trend suggerisce che, pur essendo migliorata la situazione complessiva, la rete continuerà a crescere in modo non perfettamente omogeneo sui territori.
La rete cresce in modo costante, ma la qualità e l’equilibrio territoriale restano le vere variabili da monitorare.
Dove sono le colonnine: ripartizione territoriale e criticità
La maggior parte delle colonnine di ricarica si concentra nel Nord Italia, mentre il Sud continua a crescere più lentamente per motivi economici e infrastrutturali.
La distribuzione delle infrastrutture non è uniforme. Secondo i dati Motus-E aggiornati al 2025, il 57% dei punti di ricarica pubblici si trova nelle regioni del Nord, il 20% nel Centro e il 23% nel Sud e nelle Isole. Questa differenza riflette il maggior numero di veicoli elettrici circolanti nelle aree più urbanizzate e la presenza di operatori che investono dove la domanda è stabile. Le grandi città, come Milano, Torino, Firenze e Bologna, mostrano una densità elevata, mentre province interne e zone rurali rimangono meno servite. Per una panoramica più pratica su come funzionano le infrastrutture e dove trovarle, è utile consultare anche la nostra guida colonnine di ricarica auto elettriche.
- Nord 57%: maggiore domanda, più operatori attivi.
- Centro 20%: crescita costante ma meno omogenea.
- Sud/Isole 23%: rete in espansione, ma ancora insufficiente.
- Aree metropolitane molto più servite rispetto alle province interne.
- Investimenti privati più concentrati nelle regioni economicamente attrattive.
Perché il Sud cresce più lentamente
Il rallentamento del Sud deriva principalmente da tre fattori: minore diffusione di veicoli elettrici, ritorni economici più bassi per gli operatori e tempi autorizzativi più lunghi. Secondo Motus-E, i flussi di traffico ridotti e l’eterogeneità delle reti locali rendono gli investimenti meno immediati, mentre in alcune aree costiere e turistiche la crescita è più dinamica grazie alla stagionalità dei flussi. Anche le norme europee dell’AFIR, che imporranno una maggiore copertura lungo le direttrici principali, potrebbero ridurre il divario nei prossimi due anni, soprattutto nelle tratte autostradali e nei nodi logistici.
Le Infrastrutture di Ricarica in Italia
a uso pubblico
(ricarica lenta/normale)
50 kW e 149 kW
(ricarica ultra-veloce)
Il divario territoriale resta significativo, ma le nuove regole europee potrebbero accelerare la copertura nelle aree meno servite.
Quante colonnine fast ci sono in Italia: AFIR e qualità della rete nel 2025
Nel 2025 circa metà delle nuove installazioni è fast o ultrafast: un’evoluzione decisiva per ridurre i tempi di ricarica nei viaggi e nelle tratte extraurbane.
La crescita della rete italiana non riguarda solo il numero dei punti disponibili, ma soprattutto la loro potenza. Secondo Motus-E, il 2025 segna un aumento significativo delle infrastrutture fast e ultrafast, oggi indispensabili per garantire ricariche rapide durante gli spostamenti più lunghi.
La normativa AFIR introduce un principio chiaro: lungo i principali assi autostradali deve essere disponibile almeno una stazione di ricarica ad alta potenza ogni 60 km.
Questo standard, operativo a partire dal 2025 e pienamente attivo nel 2026, sta già spingendo gli operatori a potenziare le installazioni ultrafast nelle aree di servizio.
Per approfondire il funzionamento e le differenze tecniche tra AC e DC, è disponibile la guida dedicata alle stazioni di ricarica.
- Maggiore diffusione di punti fast (50–150 kW).
- Aumento delle colonnine ultrafast (150–350+ kW) nelle tratte principali.
- Tempi di ricarica ridotti e più prevedibili nei viaggi lunghi.
- Maggiore continuità della rete lungo i corridoi TEN-T.
- Impatto diretto sulle strategie di ricarica di flotte e privati.
Cosa cambia per chi viaggia in autostrada
La normativa AFIR introduce un principio chiaro: lungo i principali assi autostradali deve essere disponibile almeno una stazione di ricarica ad alta potenza ogni 60 km. Questo standard, operativo a partire dal 2025 e pienamente attivo nel 2026, sta già spingendo gli operatori a potenziare le installazioni ultrafast nelle aree di servizio. L’obiettivo è ridurre il rischio di congestione nelle ore di punta e garantire un servizio stabile, anche in presenza di veicoli a maggiore capacità di ricarica. Per gli automobilisti, questo significa pianificare gli spostamenti con maggiore sicurezza e tempi di fermata più contenuti, senza dipendere esclusivamente dalle colonnine a bassa potenza presenti nei centri abitati.
La rete veloce è la leva più efficace per rendere i viaggi in elettrico semplici, prevedibili e competitivi con i tempi delle auto tradizionali.
Conclusioni
Il 2025 segna un passaggio importante per la mobilità elettrica italiana: la rete supera i 70.000 punti di ricarica e consolida un’evoluzione sempre più orientata alla potenza e alla continuità del servizio. Restano differenze territoriali e l’esigenza di accelerare lungo le direttrici principali, ma i dati mostrano un sistema in crescita costante. Sapere quante colonnine ci sono in Italia e come sono distribuite aiuta a valutare con più lucidità se la mobilità elettrica è già una soluzione praticabile per i propri spostamenti. Per approfondire gli aspetti pratici della ricarica è possibile consultare la guida alle colonnine di ricarica.
FAQ
Secondo i dati Motus-E aggiornati a settembre 2025, in Italia sono attivi oltre 70.000 punti di ricarica pubblici. Il numero include sia le stazioni AC sia le infrastrutture fast e ultrafast distribuite su tutto il territorio nazionale.
Le installazioni fast e ultrafast stanno crescendo rapidamente e rappresentano circa metà delle nuove attivazioni del 2025. Le potenze variano tra 50 kW e oltre 300 kW, garantendo tempi di sosta più contenuti soprattutto nei viaggi lunghi.
Il rapporto punti di ricarica/veicoli elettrici è in miglioramento, ma l’equilibrio varia per area geografica. La copertura risulta adeguata nelle città e lungo le principali direttrici, mentre restano carenze nelle province interne e nelle regioni con minore domanda.
La concentrazione nel Nord è legata a una maggiore diffusione di veicoli elettrici, investimenti più stabili degli operatori e una rete infrastrutturale più adatta ad accogliere nuove installazioni. Nel Sud il mercato cresce, ma soffre ritorni economici inferiori e iter autorizzativi più lenti rispetto alle regioni settentrionali.
La normativa europea AFIR stabilisce che lungo i principali corridoi TEN-T debba essere disponibile almeno una stazione di ricarica ad alta potenza ogni 60 km. Questa regola, in progressiva applicazione tra il 2025 e il 2026, favorirà l’ampliamento della rete autostradale con infrastrutture fast e ultrafast, migliorando l’affidabilità dei percorsi di lunga distanza.



