Il Tesla FSD in Europa potrebbe arrivare nel 2026 se l’autorità olandese RDW approverà l’uso del sistema sul proprio territorio. Oggi FSD Supervised è già attivo in diversi Paesi extra-UE e funziona come un avanzato assistente di guida di livello 2, con prestazioni molto superiori all’Autopilot europeo. La prova supervisionata realizzata in Italia mostra che la tecnologia è già adatta alle nostre strade: il vero limite è normativo, non tecnico.
Nel dibattito sulla guida assistita avanzata, Tesla FSD in Europa rappresenta una delle soluzioni più evolute oggi disponibili, ma in Europa non è ancora attivo nonostante sia integrato nelle vetture più recenti. In altri mercati FSD Supervised è già utilizzato quotidianamente, mostrando capacità vicine a quelle di un conducente esperto nelle situazioni più complesse. Per capire cosa potrebbe cambiare nei prossimi anni dobbiamo guardare due elementi distinti. Da un lato il percorso di approvazione che regolerà l’arrivo del Tesla FSD in Europa. Dall’altro le prove concrete su strada, dopo i primi video ufficiali, Giulio Autopilot a potuto fare un test supervisionato.
Questo articolo analizza cosa sia realmente FSD, quali passaggi istituzionali potrebbero portarlo nel mercato europeo dal 2026 e quali benefici pratici potrebbe offrire agli automobilisti italiani.
Che cos’è oggi Tesla FSD e dove è attivo
Tesla FSD è un sistema avanzato di assistenza alla guida di livello 2 supervisionato, che utilizza una rete neurale end-to-end per gestire scenari complessi e oggi è attivo solo in mercati extra-UE come Stati Uniti, Canada e altri Paesi selezionati.
A differenza dell’Autopilot europeo attualmente disponibile sulle Tesla vendute in Italia, il Tesla FSD in Europa non è ancora stato attivato, pur essendo già installato come software potenziale sulle vetture più recenti. Nelle regioni in cui è operativo, FSD Supervised consente all’auto di gestire autonomamente gran parte della guida, mentre il conducente deve comunque rimanere vigile e pronto a intervenire in ogni momento. Si tratta quindi di un sistema avanzato di livello 2, non di una guida autonoma totale.
La normativa chiave è la UNECE R79, che definisce quanto un sistema elettronico possa controllare lo sterzo. Le limitazioni attuali impediscono l’abilitazione di funzioni come:
- manovre autonome di svolta;
- gestione completa di incroci o rotonde;
- cambi di corsia senza conferma del conducente in ogni contesto.
Le UNECE operano su standard sovranazionali: finché il regolamento non viene aggiornato, i costruttori possono offrire solo funzionalità parziali.
FSD Supervised: come funziona davvero
Il cuore di FSD è una rete neurale che elabora in tempo reale i dati provenienti dalle telecamere esterne del veicolo. In pratica il sistema:
- interpreta corsie, incroci, rotonde, pedoni e veicoli circostanti;
- calcola traiettorie e velocità in base al contesto stradale;
- esegue sterzate, accelerazioni e frenate in modo tendenzialmente fluido;
- richiede comunque la supervisione continua del conducente, che resta responsabile della guida.
Questo approccio “end-to-end” rende FSD diverso dai classici sistemi di assistenza basati su regole rigide: il software cerca di comportarsi come un guidatore esperto, adattandosi alle situazioni reali.
Le differenze con l’Autopilot europeo
L’Autopilot che utilizziamo oggi in Italia è vincolato da limiti normativi che ne riducono il campo d’azione. In sintesi:
- gestisce bene la corsia in autostrada, ma ha funzioni limitate in ambito urbano;
- è più rigido nelle sterzate e nelle manovre complesse;
- tende a essere conservativo di fronte a cartelli o situazioni poco chiare.
Nei Paesi dove FSD è attivo, invece, il sistema:
- affronta rotonde e incroci complessi;
- segue la navigazione dall’origine alla destinazione;
- adatta la guida al traffico circostante in modo più naturale.
Dove è già disponibile FSD oggi
Ad oggi FSD Supervised è disponibile solo in alcuni mercati extra-UE, tra cui:
- Stati Uniti e Canada;
- Messico;
- Australia e Nuova Zelanda;
- alcuni Paesi asiatici selezionati.
In Europa, invece, il software resta disattivato per motivi regolatori, non per limiti tecnici del veicolo.
Tesla FSD è già una realtà concreta in diversi Paesi extra-UE, dove funziona come un assistente di guida avanzato e supervisionato. In Europa, e quindi in Italia, lo stesso hardware è già presente sulle auto, ma il software resta bloccato in attesa del via libera normativo.
Il nodo europeo: perché il 2026 è diventato l’anno da monitorare
Il 2026 è un anno da tenere d’occhio per l’arrivo del Tesla FSD in Europa. L’autorità olandese RDW sta valutando una possibile autorizzazione nazionale. Questa decisione, se confermata, potrebbe accelerare l’attivazione del sistema anche negli altri Paesi dell’Unione.
L’arrivo del Tesla FSD in Europa non dipende da aggiornamenti software, già tecnicamente pronti, ma da autorizzazioni nazionali. Negli ultimi mesi l’attenzione si è concentrata sui Paesi Bassi, dove l’autorità RDW ha avviato un confronto con Tesla per valutare l’introduzione del sistema all’interno di un percorso sperimentale regolato.
Non si tratta di un cambiamento europeo: è una procedura nazionale che, se approvata, creerebbe un primo scenario reale di utilizzo di FSD nel continente. Ed è esattamente questo il punto: una singola autorizzazione può diventare il catalizzatore che permette agli altri Stati membri di adottare la stessa soluzione senza attendere una revisione a livello sovranazionale.
Perché la decisione dei Paesi Bassi è così importante ?
RDW è una delle autorità di omologazione più avanzate d’Europa nella gestione delle tecnologie di guida assistita. Se approvasse l’utilizzo di FSD:
- Tesla potrebbe attivare il software con un semplice aggiornamento OTA nel mercato olandese;
- gli altri Paesi UE avrebbero un precedente tecnico e giuridico da cui partire;
- si supererebbe l’attuale situazione di stallo, basata su procedure pan-europee molto lente.
Il 2026 rappresenta quindi una finestra “realistica” perché coincide con la conclusione delle valutazioni RDW e con la possibilità di avviare una prima fase di utilizzo controllato.
Quale percorso potrebbe seguire l’Italia
Se l’Olanda autorizzasse FSD, l’Italia potrebbe:
- recepire rapidamente la stessa impostazione attraverso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
- definire perimetri d’uso chiari (per esempio, attivazione iniziale su determinati contesti stradali);
- avviare un monitoraggio nazionale sui dati di sicurezza forniti da Tesla.
La conseguenza più concreta è che gli automobilisti italiani potrebbero vedere sbloccato un sistema già installato sulle loro vetture, senza interventi hardware aggiuntivi.
Il risultato pratico sarebbe l’abilitazione di funzioni oggi assenti nell’Autopilot italiano, descritto nel nostro approfondimento sull’autoparking di Tesla.
Il 2026 non è una data tecnica ma una possibile svolta regolatoria: la decisione dell’autorità RDW potrebbe inaugurare il primo utilizzo del Tesla FSD in Europa e permettere agli altri Paesi, Italia inclusa, di adottarlo senza attendere nuovi regolamenti sovranazionali.
Cosa cambia per chi guida oggi in Italia
L’arrivo del Tesla FSD in Europa porterebbe un miglioramento immediato nell’esperienza di guida quotidiana: meno rigidità, meno frenate inutili e una gestione molto più naturale del traffico urbano e degli scenari complessi, pur rimanendo un sistema di livello 2 supervisionato.
Per capire l’impatto reale di FSD in Italia bisogna partire da un dato semplice: l’Autopilot disponibile oggi sulle vetture europee non è limitato dalla tecnologia, ma dalle regole che ne impongono un comportamento estremamente conservativo. Questo si traduce in frenate brusche in presenza di cartelli temporanei, difficoltà nelle rotonde, impossibilità di eseguire manovre complesse e una certa “rigidità” nelle sterzate.
Il Tesla FSD, già operativo fuori dall’Europa, introduce un approccio completamente diverso: il sistema anticipa le situazioni, interpreta meglio i movimenti di pedoni, scooter e veicoli laterali, mantiene la traiettoria in modo più naturale e modula velocità e frenate con una fluidità più simile a un conducente esperto. L’arrivo di FSD porterebbe quindi benefici immediati nei percorsi cittadini e nelle zone ad alta densità di traffico, dove l’Autopilot attuale mostra i suoi limiti più evidenti.
Fluidità e comfort in situazioni reali
Una delle differenze più evidenti riguarda la fluidità. Dove oggi l’Autopilot europeo tende a essere prudente al punto da risultare imprevedibile, FSD mantiene un comportamento costante, progressivo e più vicino a quello di un guidatore umano. Questo avrebbe un impatto diretto sul comfort nei percorsi urbani, nelle accelerazioni da fermo e nelle micro-decelerazioni che caratterizzano la guida in città.
Meno frenate inutili e maggiore interpretazione del traffico
La capacità di interpretare correttamente i limiti temporanei, i cartelli non standard o le situazioni di cantiere ridurrebbe in modo significativo le frenate improvvise tipiche dell’Autopilot europeo. Inoltre FSD adatta la velocità al traffico circostante in maniera più progressiva, evitando scatti e reazioni tardive.
Gestione più naturale di pedoni, ciclisti e scooter
Nel contesto italiano, caratterizzato da interazioni frequenti e spesso non prevedibili, la capacità di anticipare i movimenti di pedoni e ciclisti rappresenta un vantaggio concreto. FSD tende a riconoscere prima l’intenzione di attraversare, rallentando in modo dolce e ripartendo con coerenza rispetto al flusso del traffico.
Quali limiti restano comunque presenti
- FSD rimane un sistema di livello 2 supervisionato: il conducente deve restare vigile.
- Gli scenari altamente irregolari (incroci non standard, accessi stretti) possono ancora richiedere intervento umano.
- L’interpretazione di segnaletiche particolari dipende dal set di dati usati per l’addestramento.
- L’attivazione in Italia sarà inizialmente vincolata alle decisioni normative.
Per gli automobilisti italiani il vantaggio principale sarebbe una guida più fluida, prevedibile e meno stressante rispetto all’Autopilot attuale. L’esperienza maturata nei mercati extra-UE mostra che FSD può gestire molte delle complessità tipiche delle nostre strade, ma rimane un sistema che richiede supervisione costante.
La prova reale di Giulio: cosa rivela sul comportamento di FSD in Italia
La prova reale di Giulio offre un quadro concreto del comportamento di FSD sulle nostre strade. Il test supervisionato mostra come il sistema affronta scenari complessi con naturalezza. Permette anche di individuare i limiti che emergono solo in condizioni particolari.
Per valutare in modo oggettivo quanto il Tesla FSD in Europa sia maturo, è fondamentale osservare il comportamento reale del sistema sulle nostre strade. La prova supervisionata, realizzata a bordo di una Model 3 insieme a un collaudatore Tesla, offre un quadro molto chiaro di ciò che FSD è già in grado di fare e di quali aspetti richiedono ancora intervento umano. Non perderti tutto il video completo di Giulio.
Dove Tesla FSD in Europa mostra già un livello di maturità elevato
Dalla prova emergono comportamenti molto vicini a quelli di un conducente esperto, soprattutto nella capacità di interpretare il contesto e anticipare ciò che sta accadendo attorno al veicolo. I punti di forza più evidenti riguardano:
- Rotonde e incroci complessi: inserimenti fluidi, rispetto delle precedenze e gestione coerente dei flussi.
- Strade strette: posizionamento naturale sulla destra, micro-correzioni morbide e riduzione della velocità nei punti ciechi.
- Pedoni e micromobilità: rallentamenti dolci con anticipo, anche quando il pedone non ha ancora iniziato a attraversare.
- Adattamento al traffico: scelta di velocità coerenti con il flusso reale, evitando reazioni improvvise.
- Comfort di guida: accelerazioni e decelerazioni progressive, con una fluidità che avvicina l’esperienza a quella di un tassista esperto.
Dove emergono ancora dei limiti con Tesla FSD in Europa
Le criticità individuate non riguardano la guida quotidiana, ma scenari specifici in cui la geometria stradale è irregolare o richiede decisioni non facilmente prevedibili.
- Incroci particolari: un’intersezione non standard ha richiesto il disingaggio manuale.
- Parcheggi stretti: FSD ha provato più strategie alternative prima di trovare l’uscita corretta.
- Supercharger complesso: interpretazione migliorabile della logistica interna e delle corsie.
- Edge case: nei casi non rappresentati in addestramento possono emergere incertezze fisiologiche per un sistema di livello 2.
Cosa rivela il confronto pratico con l’Autopilot europeo
La prova italiana permette di quantificare in modo concreto il salto rispetto all’Autopilot disponibile oggi in Italia. Le differenze più evidenti sono:
- Nessuna frenata inutile in presenza di limiti anomali o cartelli temporanei.
- Sterzate più progressive e traiettorie naturali anche in curve strette.
- Migliore lettura laterale: scooter, furgoni e pedoni vengono interpretati con anticipo.
- Comportamento umano: FSD evita scatti, esitazioni e oscillazioni tipiche dell’Autopilot normato.
- Prevedibilità: minori scarti improvvisi, maggiore continuità nella conduzione.
La prova supervisionata di Giulio Autopilot conferma che il Tesla FSD in Europa è già tecnicamente pronto per affrontare le complessità della guida italiana. I limiti sono circoscritti a scenari non standard, mentre la guida quotidiana beneficia di una fluidità e una prevedibilità oggi impossibili con l’Autopilot europeo.
Conclusioni su Tesla FSD in Europa
Dalla combinazione dei risultati tecnici e degli sviluppi istituzionali emerge un quadro coerente: il Tesla FSD in Europa non è più un’ipotesi lontana ma una soluzione già pronta, in attesa di un’autorizzazione nazionale che potrebbe avviare il rollout nel 2026. Le evidenze raccolte nella prova italiana mostrano che FSD gestisce molte delle complessità tipiche delle nostre strade con una naturalezza superiore all’Autopilot europeo, confermando il salto generazionale offerto dalla guida basata su rete neurale end-to-end.
Resta il tema del costo, che Tesla non ha ancora definito per il mercato europeo: le esperienze d’uso indicano però che il valore percepito è elevato, specie per chi affronta quotidianamente contesti urbani densi, rotonde, strade strette o traffico irregolare. Sarà la regolamentazione, più che la tecnologia, a determinarne tempistiche e condizioni di utilizzo.
Il percorso che porterà il Tesla FSD in Europa è quindi chiaro: la tecnologia è matura e resta solo da completare l’iter di autorizzazione.
Se il via libera arriverà davvero nel 2026, gli automobilisti italiani potrebbero ritrovarsi con un sistema già maturo, installato sulle loro vetture e pronto a essere attivato via OTA. Il futuro della guida assistita in Europa non dipende da ciò che FSD può fare, ma da quando le normative permetteranno finalmente di utilizzarlo.
Domande frequenti sul Tesla FSD in Europa
Il Tesla FSD in Europa potrebbe essere introdotto nel 2026, ma la data dipende dal percorso regolatorio dei singoli Paesi. L’autorità olandese RDW sta valutando un’autorizzazione nazionale che, se approvata, creerebbe un precedente utile per tutta l’Unione Europea. Senza questo passo, l’attivazione richiederebbe tempi più lunghi legati alle procedure sovranazionali.
Sì, le differenze sono sostanziali. L’Autopilot europeo è vincolato da limiti normativi che impongono un comportamento conservativo, soprattutto in città. Il FSD Supervised, utilizzato fuori dall’UE, gestisce rotonde, incroci complessi, strade strette e interazioni con pedoni e scooter in modo più naturale e fluido, pur restando un sistema di livello 2 supervisionato.
La prova condotta dal nostro Giulio Autopilot ha mostrato che FSD è già in grado di affrontare molte situazioni tipiche delle strade italiane: rotonde, traffico urbano, corsie strette e incroci complessi. La guida è risultata fluida e prevedibile. Alcune incertezze sono emerse solo in scenari irregolari o parcheggi stretti, tipici dei sistemi ancora supervisionati.
L’introduzione del Tesla FSD in Europa porterebbe una guida più fluida, meno stressante e molto più naturale rispetto all’Autopilot attuale. Il sistema anticipa pedoni, ciclisti e traffico con maggiore precisione e riduce le frenate inutili. Il costo europeo non è ancora definito, ma il valore percepito è elevato per chi guida spesso in contesti urbani complessi.



