
Auto ibride 2024: +28% di vendite, cala il termico. E le elettriche?
Nel 2024 le auto ibride hanno conquistato il mercato italiano come mai prima d’ora, superando il milione di immatricolazioni. A dirlo è il nuovo rapporto UNRAE uscito a fine Giugno 2025, che fotografa uno scenario in cui benzina e diesel arretrano, mentre l’elettrico non decolla. Questa crescita a doppia cifra segna un cambio di passo, e forse di mentalità, nella mobilità degli italiani.
Nel 2024 le auto ibride hanno superato 1 milione di unità vendute, crescendo del 28% sul 2023. Ma le elettriche sono ferme.
Ibride protagoniste nel 2024: i dati ufficiali UNRAE
Secondo UNRAE, le auto ibride rappresentano oltre un terzo del mercato: mai così in alto.
Nel 2024 sono state vendute in Italia 1.061.560 auto ibride (somma di MHEV e HEV), pari al 36,5% delle immatricolazioni. Una crescita del +28% rispetto al 2023, certificata dal Rapporto UNRAE Annuale 2024. Le auto elettriche (BEV), invece, si sono fermate al 3,9%, mentre benzina e diesel continuano a perdere terreno.
Il grafico seguente mostra l’evoluzione della quota di mercato delle principali alimentazioni negli ultimi cinque anni:
Le ragioni della corsa all’ibrido
Prezzi accessibili, zero ansia da ricarica e benefici fiscali spingono gli italiani verso l’ibrido.
l boom delle auto ibride nel 2024 non è solo una questione di numeri, ma di percezioni concrete. Gli italiani vedono l’ibrido come una soluzione pragmatica, che offre vantaggi immediati senza cambiare abitudini. In particolare, il segmento dei mild hybrid (MHEV) ha trasformato il mercato: tecnicamente ancora “termiche”, ma con recupero energia e piccoli motori elettrici di supporto.
Ecco i principali motivi che hanno spinto le famiglie e le aziende italiane a scegliere l’ibrido:
- Prezzo d’acquisto contenuto, spesso inferiore ai modelli BEV o plug-in
- Nessuna ansia da autonomia o necessità di colonnine
- Esoneri bollo e accesso ZTL in molte regioni italiane
- Minori emissioni = vantaggi su tassazione e assicurazioni
- Fringe benefit più bassi sulle ibride plug-in aziendali
- In molti casi, consumi reali simili o inferiori alle diesel più efficienti
Mild hybrid: il compromesso perfetto per l’utente medio
I sistemi mild hybrid (MHEV) hanno conquistato le famiglie italiane perché non cambiano nulla nella guida, ma offrono un piccolo supporto elettrico nei rallentamenti e nelle partenze. Non serve ricaricare, non ci sono batterie da gestire, eppure si consumano meno carburante e si emettono meno CO₂. È il classico esempio di “evoluzione soft”, ed è per questo che una vettura nuova su quattro oggi è MHEV.
Flotte aziendali e PHEV: vantaggi fiscali e fringe benefit
Anche le aziende stanno spingendo sull’ibrido, soprattutto nelle versioni plug-in. Le PHEV permettono di abbattere i fringe benefit grazie alle basse emissioni dichiarate e, in molti casi, rientrano nei target ESG delle imprese. Anche se nell’uso reale spesso non vengono ricaricate, i vantaggi fiscali sono reali e pesano sulle scelte delle flotte. Questo spiega perché le ibride aziendali crescono, mentre le BEV faticano fuori dalle grandi città.
Elettriche al rallentatore, ma occhio al 2026
Le BEV restano ferme sotto il 4% nel 2024, ma l’Euro 7 potrebbe dare una spinta indiretta.
Nel 2024 le auto elettriche (BEV) si sono fermate al 3,9% del mercato italiano, secondo i dati UNRAE. Il ritmo di crescita si è arrestato, complice la mancanza di una rete di ricarica capillare, i costi ancora elevati e la scarsa fiducia di una parte dei consumatori. Le plug-in hybrid (PHEV) sono addirittura in calo, scese al 3,1%.
Eppure, tra fine 2025 e il 2026 potrebbe cambiare qualcosa. Non tanto per una rivoluzione di mercato, ma perché entreranno in gioco nuovi standard normativi che metteranno pressione sulle auto più inquinanti.
Perché le auto elettriche non decollano in Italia
Le BEV restano un’alternativa interessante ma ancora non per tutti. Il problema non è solo il prezzo, ma anche la praticità. Chi vive in condominio senza posto auto dedicato difficilmente può installare una wallbox. E i tempi di ricarica, ancora troppo lunghi rispetto alle abitudini attuali, scoraggiano chi fa viaggi lunghi o non ha un’abitudine all’uso elettrico.
Euro 7: quando entrerà in vigore e che impatto avrà
La normativa Euro 7 è stata approvata a livello europeo nel 2024, ma sarà obbligatoria solo dal 29 novembre 2026 per i nuovi modelli. L’obiettivo è ridurre drasticamente le emissioni reali di ossidi di azoto (NOx) e particolato anche nei motori termici. Questo metterà sotto pressione i costruttori, spingendoli verso tecnologie più efficienti, tra cui le full hybrid e le elettriche compatte, più facili da ottimizzare.
Considerazioni Finali
Il 2024 è stato l’anno delle auto ibride in Italia. Più di un terzo delle nuove immatricolazioni ha riguardato modelli HEV o MHEV, a dimostrazione di una tendenza ormai consolidata. Mentre il diesel scende sotto il 15% e l’elettrico resta fermo al 4%, l’ibrido si afferma come la soluzione più concreta per molti automobilisti.
Il futuro? Tutto dipenderà da infrastrutture, incentivi e norme ambientali come l’Euro 7. Ma per ora, l’ibrido sembra essere la scelta di equilibrio tra praticità, convenienza e transizione ecologica.
Secondo UNRAE, nel 2024 sono state vendute oltre 1 milione di auto ibride (HEV + MHEV), pari al 36,5% del totale immatricolato.
Piacciono perché sono semplici, non richiedono ricarica, fanno risparmiare e in molte regioni danno accesso a ZTL e sconti sul bollo.
No. Le BEV restano al 3,9% del mercato. Prezzi, infrastrutture e abitudini frenano ancora la loro diffusione su larga scala.
L’Euro 7 sarà obbligatorio dal 29 novembre 2026 per i nuovi modelli, e dal 2027 per tutte le auto di categoria M1 e N1.
Il mild hybrid supporta il motore termico nei momenti di maggiore consumo. Il full hybrid, invece, può anche viaggiare in modalità elettrica per brevi tratti.
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